Tresino è un monte incontaminato, un'estrema propaggine del monte Stella che si estende fino alla riva del mar Tirreno, situato tra la frazione Lago di Castellabate e il comune di Agropoli. La cima più elevata del monte Tresino raggiunge i 356 metri s.l.m.. Il suo territorio rientra completamente nei confini del parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, mentre la sua costa rientra nell'area marina protetta Santa Maria di Castellabate.
Alcuni dei suoi ambienti naturali, sia marini che collinari, sono inseriti nella Rete Natura 2000, un sistema di aree protette secondo le direttive europee Habitat (92/43/CE) e Uccelli (74/409/CE), che mirano alla tutela di habitat naturali dove le specie animali e vegetali sono minacciate a livello comunitario. La costa tra punta Tresino e le Ripe Rosse (2841 ha, dove quest'ultime rientrano nel comune di Montecorice) è una zona di protezione speciale, mentre monte Tresino e dintorni (1339 ha) è un sito di importanza comunitaria.


Lo costa tresinese è oggetto di numerosi fenomeni erosivi che ne contraddistinguono il paesaggio come nel caso della costa particolarmente accidentata che va da punta Pagliarola a punta Tresino, formata da grandi blocchi e segnata numerose fratture le quali vengono denominate diaclasi.
Il fenomeno erosivo è testimoniato anche dalle caratteristiche rocce che si sono formate e levigate nel tempo: come lo scoglio "della Tartaruga" e quello "della Principessa saracena", che richiama nella forma il viso di una donna intenta ad ammirare il mare. Tale scoglio, secondo una leggenda del posto, è la principessa saracena Ermigarda, la quale si gettò nel mare per unirsi al suo amato pescatore Octavio inghiottito dalle onde. Nettuno per pietà li trasformò in scogli
Un altro fenomeno che va a modellare la forma delle rocce arenarie della costa di Tresino è quello dell'aloclastismo, dovuto alla cristallizzazione del sale marino, il quale con la sua azione espansiva disgrega la roccia creando una serie di sculture alveolari molto particolari.

testo/foto autore su wikipedia

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Licosa è una frazione del comune di Castellabate in provincia di Salerno, costituita da un promontorio denominato Enipeo da Licofrone o Posidio da Strabone che ospita un vasto parco forestale di macchia mediterranea.

La località si trova sulla costa tirrenica a nord del Cilento, il suo territorio è totalmente all'interno del parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Si trova nella parte meridionale del comune di Castellabate, fra le frazioni di San Marco e Ogliastro Marina. Da Castellabate dista circa dieci chilometri, 8 da Santa Maria, 10 da Agnone Cilento, 16 da Acciaroli, 20 da Agropoli e circa 70 da Salerno. L'area forestale, composta da macchia mediterranea che arriva fino al mare - tutelato dall'istituzione dell'area marina protetta Santa Maria di Castellabate -, ospita al centro la frazione, un piccolo borgo di alcune decine di abitanti posto alle pendici del Monte Licosa (326 m s.l.m.).

La sua estremità, in corrispondenza della quale si colloca l'isoletta omonima con il faro, chiude a sud il golfo di Salerno, e rappresenta un punto importante per la navigazione fin dai tempi antichi. L'Isola ospita l'habitat naturale di un particolare tipo di lucertola endemica dalla livrea verde e azzurra, la Podarcis sicula klemmeri.

 

testo - foto autore su wikipedia

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Nessuna delle nostre piccole sofferenze quotidiane resiste a un buon colpo di pedale. Tristezza, attacchi di malinconia… inforchiamo la bicicletta e fin dalle prime pedalate abbiamo l'impressione che un velo si squarci.

Didier TronchetPiccolo trattato di ciclosofia, 2000

 

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